venerdì 18 maggio 2012

Stéphane Lambiel ed i Galà italiani di Ottobre

Eccomi a voi con alcune interviste recenti di Stéphane.
Sono interviste fatte dall'amica Barbara Castellaro per il sito Art on Ice 
Naturalmente prima di postarle qui ho chiesto la sua autorizzazione.
La prima intervista è stata fatta nell'Ottobre 2011 in occasione del Golden Skate Awards di Torino


Medaglia d'argento ai Giochi Olimpici di Torino 2006. Due volte Campione del Mondo nel 2005 e nel 2006. Tre medaglie d'argento ai Campionati Europei (2006, 2008, 2010). Stéphane Lambiel, svizzero di Martigny, è una presenza costante a Torino e ha partecipato a numerosi galà del ghiaccio.
Il “Piccolo Principe”, come è chiamato, dal personaggio del suo libro preferito, soltanto all’inizio di ottobre ha partecipato ad un evento unico: l’Opera on ice, svoltosi all’Arena di Verona, ghiacciata per l’occasione, una fusione tra lirica e pattinaggio artistico.
Lo incontriamo negli spogliatoi del Palavela poco prima del Golden Skate Awards, ancora con la tuta, senza i costumi che indosserà durante l’esibizione. Affascinante proprio nella sua semplicità, attraente e carismatico, con il sorriso sulla labbra.

D: Stéphane Lambiel, il signore delle trottole, e ora anche il Duca di Mantova nel Rigoletto ed un eroico Guglielmo Tell. Hai conquistato, soltanto una settimana fa, l’Arena di Verona che ti ha tributato una standing ovation che è parsa a tutti infinita ed incredibilmente meritata. Come hai vissuto quest’esperienza unica che ha visto fondersi due arti immense lirica e pattinaggio artistico?
Stéphane: Verona è una città bellissima e l’Opera sul ghiaccio è stata un’esperienza incredibile. Il legame fra la lirica, il pattinaggio artistico e questo sito così bello ha rappresentato per me un’opportunità unica. Il calore del pubblico, quello che, del resto, incontro in ogni luogo dove mi esibisco, mi ha commosso. Devo confessare, però, che ho avuto un attimo di preoccupazione, di paura. Faceva molto caldo da voi in Italia, pur essendo ai primi di ottobre. E mi sono detto: “e se mentre sto pattinando si sciogliesse il ghiaccio sotto i miei piedi?”. Fortunatamente non è accaduto nulla e la pista ha retto. E’ andato tutto bene. E, poi, ero emozionato, molto…”
D: Lo immagino: sai che l’Arena di Verona è uno di quei templi della lirica dove anche i grandi tenori tremano?
Stéphane: Ah sì? … Bene allora… sono giustificato… Sapevo che l’Arena è famosa in tutto il mondo come tempio della lirica, certo…ma non questo particolare sull’ansia dei tenori nell’affrontare il pubblico…
D: Hai interpretato grandi eroi romantici, un tuo connazionale, Guglielmo Tell, e, nel caso del Duca di Mantova nel “Rigoletto” di Verdi, un eroe maledetto…
Stéphane: Quello del Duca di Mantova è un ruolo affascinante, coinvolgente … però hai ragione: si rivela egoista e, a modo suo, sicuramente negativo… almeno in alcuni momenti, leggero, privo di scrupoli, se non proprio maledetto… Però mi sono divertito…
D: Ad agosto sei stato al Summer Camp di Alexei Mishin a Pinzolo insieme ad Evgeni Plushenko. Com’è stata questa esperienza. Ci racconti qualcosa…
Stéphane: Pinzolo è stata un’esperienza bellissima, non soltanto per la presenza di Alexei ed Evgeni, ma anche per quella di Artur Gachinskiy e Lisa Tuktamysheva, due giovani atleti meravigliosi. Per non parlare di tutti i ragazzini che hanno preso parte al summer camp. Definirli straordinari è riduttivo. Il programma di allenamento era duro, in certi momenti persino pesante, sai che nessuno, mai, si è lamentato, ha chiesto una pausa oppure ha detto di essere stanco? Erano sempre entusiasti, pieni di vita, straordinari…
D: Dopo questa esperienza estremamente positiva vedremo, in futuro, uno Stephane Lambiel insegnante, preparatore di nuovi campioni?
Stéphane: E chi può dirlo… Non lo so. Per il momento mi occupo di coreografie, partecipo alle esibizioni, ai Galà… ma non si può escludere nulla nella vita.
Sulla scia di Verona, la nostra fotografa chiede a Stéphane di simulare due espressioni: un volto allegro e solare, che poi è il suo, ed un viso cattivo truce.
Ci accorgiamo che il secondo gli riesce proprio male e glielo facciamo notare.
Lui ride allegro, spensierato, solare. E a noi va bene che resti l’eroe buono, quello che sa perfettamente che “non si vede bene che con il cuore”, che “l’essenziale è invisibile agli occhi” e che, ogni volta che scende in pista, ci regala le sue stelle, stelle che sanno ridere, mucchi di sonagli che sanno ridere, quelli del Piccolo Principe che è dentro di lui e che è dentro ciascuno di noi.
Stéphane Duca di Mantova




Grazie cara Barbara per avermi permesso di riportare le tue interviste e per averle fatte ........ che bello essere al tuo posto ;-)

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