martedì 6 novembre 2012

Tutti i volti di un campione: intervista a Stéphane Lambiel.

Eccoci - mentre aspettiamo che, fra poche ore, siano disponibili alcuni video dello Show di Compleanno per i 30 anni dello Zar - che avrà luogo domani a SanPietroburgo eccovi le ultime informazioni disponibili su Stèphane.

E' appena uscita l'intervista che l'amica Barbara Castellaro ha fatto a Stéphane Lambiel in occasione del Golden Skate Awards 20 Ottobre 2012

Mi è piaciuta moltissimo questa intervista - in particolare l'apertura ed il finale della stessa ed il fatto di come l'autrice sia riuscita a fare un ritratto vivo del nostro pattinatore preferito da cui traspare davvero l'essenza di Stèphane - la sua gentilezza e semplicità.

Con l'autorizzazione dell'autrice lo posto qui per tutte voi :


Stéphane e Barbara durante l'intervista

Dal sito Art on Ice.it 
Eccovi l'ultima intervista a Stéphane lambiel - una delle interviste fatte da 
Barbara Castellaro durante il Golden Skate Awards di Torino

I volti di un campione, i volti di un pattinatore sono molteplici e differenti: quello dell’atleta che deve colpire pubblico e giurie, superandosi e mettendosi alla prova, quello dei personaggi che interpreta, anno dopo anno, stagione dopo stagione, quello che gli diamo noi, scrivendo, riportando le sue parole, rivelando il suo mettersi in gioco, il suo raccontarsi e, naturalmente, quello dell’uomo, con i suoi problemi, i suoi entusiasmi, i suoi limiti che ce lo rendono estremamente affine ed incredibilmente vicino.
Stéphane Lambiel è tutto questo e molto di più: è difficile terminare un incontro senza che resti in noi una parte della sua essenza, senza sentirci legati a lui da una naturale ed inspiegabile simpatia, quella che nasce spontanea senza un vero perché.
Bentornato a Torino, Stéphane. Quello dei Golden Skate Awards e dei galà al Palavela è diventato un appuntamento fisso nella tua stagione. Ci parli del tuo rapporto con l’Italia?
Stéphane: Stare in Italia è per me come essere a casa. Innanzitutto, è molto vicina alla mia Svizzera e, poi, ho legami profondi con questo Paese, ricordi di gare, di momenti molto belli, di spettacoli, come i Golden Skate Awards, di incontri. L’Italia è meravigliosa e sa accogliere: ti fa sentire amato.
Italia che, naturalmente, non è soltanto Torino. Sei stato poche settimane fa all’Arena di Verona per l’Opera on ice: hai interpretato l’ “Ouverture” del Guglielmo Tell, “Libiam nei lieti calici” dalla Traviata, l’”Aida” con gli altri pattinatori… Ci parli di questa esperienza?
Stéphane: E’ il secondo anno che pattino nell’ “Opera on ice”. E’ uno spettacolo speciale, diverso da tutti gli altri. Il luogo, ricco di storia, di tradizioni, è una cornice importante ed affascinante. L’Arena trasmette un’atmosfera magica: ti rendi conto di essere, insieme agli altri, protagonista di qualcosa di unico, di irripetibile. E, poi, interpretare le arie delle opere che hanno fatto la storia della musica è un’esperienza incredibile. Mi emoziona essere uno dei protagonisti di questo evento.
Una domanda a parte merita “Je veux vivre” dal “Romeo e Giulietta”: hai pattinato con la nostra Carolina Kostner. Due grandi campioni di singolo che si esibiscono insieme. E’ stato difficile preparare questa esibizione?
Stéphane: Per due pattinatori di singolo, come me e Carolina, è difficile pattinare insieme, cercare di essere una coppia. Si comprende che cosa devono fare i nostri colleghi delle coppie e quanto sia difficile capirsi, anticiparsi. Quando si è soli si deve pensare a se stessi, in due diventa più difficile. Abbiamo lavorato al nostro “Romeo e Giulietta” l’estate scorsa a Oberstdorf: abbiamo impostato il programma e fatto qualche prova. Poi, abbiamo dovuto provare ed allenarci ciascuno per conto proprio. Avevamo entrambi molti impegni che non ci hanno consentito di vederci con frequenza. Comunque ce l’abbiamo fatta. Per me, però, non si trattava della prima esperienza in coppia: nel 2010 avevo già pattinato con Shizuka Arakawa e questo mi ha sicuramente aiutato.
Avete mai pensato di interpretare un’opera completa, dove ciascuno di voi assume il ruolo di uno dei personaggi?
Stéphane: Sarebbe bellissimo. Anzi, straordinario. Purtroppo, però, non credo si potrà mai realizzare, perché le difficoltà che comporta mettere in scena un’opera lirica completa sono moltissime.
Sappiamo che hai lavorato e stai lavorando come coreografo. Parlaci di questa esperienza…
Stéphane: Un’esperienza che definirei affascinante ed interessante. Amo creare coreografie. La “Carmen” che Carolina Kostner ha pattinato in occasione delle esibizioni dello scorso anno era stata coreografata da me. Ho lavorato con Takahashi, Miki Ando, Denis Ten, Tatsuki Machida. Amo creare e sperimentare. Mi piace lavorare con gli altri pattinatori, individuare i movimenti più adatti alle loro caratteristiche. E’ stimolante.
Il nostro Paolo Bacchini, durante un’intervista, ci ha detto che sei il suo modello e che quando guarda il panorama internazionale trova difficoltà ad individuare un pattinatore come te. Inoltre ci ha raccontato che ha avuto la fortuna di partecipare a sessioni di allenamento con te su passi, trottole, salti. Com’è lavorare con Paolo, ma soprattutto come vedi questo ragazzo che, dopo il ritiro di Samuel Contesti, dovrà rappresentare l’Italia?
Stéphane: Paolo lavora molto spesso con me. Si allena a Losanna e ci capita di trovarci in pista insieme. Si è creata un’atmosfera cordiale, oltre che un bel rapporto. Il suo programma lungo sulle musiche de’ “Il barbiere di Siviglia” mi è piaciuto subito moltissimo, ha un grande potenziale… E’ un lungo che avrei potuto scegliere ed eseguire io, durante la mia carriera. E, poi, Paolo è una bella persona, con un grande entusiasmo, una forte carica di simpatia. Ha un pattinaggio… sincero… sì, un pattinaggio immediato che parla al pubblico… Sono certo che darà molto all’Italia.
Quanti programmi, quanti appuntamenti, Stéphane, anche quest’anno hai fatto parte della Revue, poi ci saranno il “Circo Rock” nei panni del direttore del circo, ancora una volta la magia di “Music on ice” a Bellinzona, le coreografie, l’impegno a favore dei meno fortunati e tutto con il sorriso sulle labbra. Ma dove trovi questo entusiasmo, questa voglia di intraprendere mille attività, di metterti alla prova, di essere, ogni volta, un personaggio diverso?
Stéphane: Ma sai che più cose faccio e più aumenta la mia energia? E’ come se scomparissero stanchezza e fatica. Molta di questa energia mi deriva dall’entusiasmo del pubblico che è sempre straordinario, che mi circonda di affetto e mi spinge a dare tutto, a trasmettere la mia gioia, la felicità che provo nel pattinare o nell’esibirmi su un palcoscenico. Ho sempre creduto che più una persona dona - e non sto parlando soltanto di cose materiali, ma anche di regalare il proprio tempo, il proprio entusiasmo, parte di sé - e più riceve in cambio. Mi fa sentire bene, capisci? Mi rende una persona diversa, motivata, realizzata. E quando un uomo sta bene con se stesso ha voglia di creare cose nuove, ha la forza per chiedersi sempre di più.
Ci hai fatti preoccupare molto qualche mese fa per il tuo problema agli occhi. Dai notizie a tutti coloro che hanno fatto il tifo per te in quel momento difficile, ancora di più di quanto non l’abbiano fatto quando gareggiavi. Come stai?
Stéphane: Posso darti notizie recenti. La settimana scorsa sono stato in ospedale per una serie di controlli e i medici sono molto soddisfatti. Mi hanno detto che il problema è superato e che sto bene. In un momento tanto difficile per la mia salute ho sentito un affetto immenso che mi ha aiutato a lottare.
Ritorno alle gare del tuo amico Johnny Weir. Che cosa dobbiamo aspettarci?
Stéphane: Questi sono anni interessanti, caratterizzati dal ritorno di grandi campioni, come Plushenko, come Lysacek che ha annunciato che riprenderà a gareggiare, come Johnny. Preparano le Olimpiadi, un appuntamento importante. Mi ricordo quando l’ho fatto io…Credo che saranno rientri di atleti affamati di vittorie. So che Johnny ha un grande potenziale, deve soltanto avere il coraggio di non pensare a ciò che ha fatto, ma sempre a ciò che potrà fare: deve guardare avanti.
Un saluto… ma non da Stéphane, bensì… da Romeo a tutti coloro che ti seguono…
Stéphane: Com’è difficile. Mi spiazzi… A tutte le Giuliette, un bacio da Torino, grazie per il vostro supporto e… a presto!
“Donare per alcuni un dovere, per altri una festa” diceva Chaplin, un motto, uno stile di vita, un bisogno che Stéphane ha incarnato alla perfezione: ci ha regalato le parole che abbiamo raccolto, riflessioni profonde e mai banali, ci ha trasmesso la sua serenità, ci ha lasciato il suo sorriso, quello che, nemmeno nelle difficoltà, ha mai abbandonato il suo volto.
Barbara Castellaro


Stéphane durante del prove del Golden Skate Awards 2012

Grazie Barbara per avermi permesso ancora di postare la tua bellissima intervista - leggendola mi pare davvero di averlo davanti agli occhi e di sentirlo parlare ♡ ♡ ♡ ♡ ♡ ♡ ♡ ♡ ♡

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